Una bella gara di solidarietà, ma abbiamo dimenticato l’arbitro

Il disastro ferroviario di ieri ha lasciato tutti sgomenti. Non si capisce come si possa morire semplicemente prendendo un treno magari per andare al lavoro o in vacanza. In queste ore i media raccontano la dinamica dell’incidente, si susseguono le ipotesi per individuarne le cause, si piangono le vittime, stringendosi a quanti hanno vissuto un drammatico lutto.Blog1

Al tempo stesso, però, è stata anche raccontata una pagina davvero bella del nostro Paese: la gara di solidarietà dei donatori di sangue. Ieri i Servizi Trasfusionali della Puglia sono stati “presi d’assalto” dai volontari che, appresa la notizia dell’incidente, hanno pensato di rendersi utili immediatamente tendendo il braccio. Una bellissima azione corale che tutti i media hanno raccontato mostrando quel bel volto del nostro paese fatto di generosità, altruismo, vicinanza a quanti sono stati coinvolti.

Ma una “gara” ha bisogno di un giudice, un arbitro, insomma qualcuno che dica “ora tocca a te”, “puoi partire” o “aspetta il segnale giusto”. Già dalla tarda mattinata di ieri si è allertato il Centro Nazionale Sangue, l’organismo tecnico del Ministero della Salute chiamato a supportare il coordinamento delle attività trasfusionali sul territorio nazionale. Purtroppo era già partito l’inevitabile tam tam della richiesta di sangue tanto che i Servizi trasfusionali della provincia di Bari e BAT hanno dovuto, ad un certo punto della giornata, rimandare indietro i donatori di sangue che in alcuni casi avevano affrontato anche diversi chilometri per tendere il braccio.

Blog3Nonostante il comunicato diffuso dal Centro Nazionale Sangue e dal CIVIS (il coordinamento che riunisce AVIS, FIDAS, FRATRES e CROCE ROSSA) in cui si specificava che non era presente alcuna emergenza in quanto “le richieste di donazione del sangue erano state soddisfatte” e che invitava “i donatori a programmare la propria donazione nei giorni successivi contattando l’associazione e/o il servizio trasfusionale di riferimento”, ieri sera nei principali TG nazionali continuava a passare il numero di telefono del Servizio Trasfusionale barese, continuando ad alimentare l’idea della necessità di sangue ed emocomponenti.

In sede nazionale FIDAS sono continuate per tutto il pomeriggio chiamate di persone che chiedevano dove andare a donare, o se il sangue donato a Roma o a Bologna sarebbe stato messo a disposizione dei feriti pugliesi. Più di una volta mi sono trovato personalmente a dover dissuadere quanti animati da buona volontà volevano recarsi a Bari o ad Andria per donare, specificando che l’emergenza era rientrata e che avrebbero potuto donare nei prossimi giorni presso il loro Servizio Trasfusionale di riferimento. Ma intanto le agenzie di stampa continuavano a riportare una nota della Regione Puglia che invitava i cittadini a recarsi presso i servizi trasfusionali. Insomma, per riprendere l’immagine iniziale, una sorta di partita di calcio in cui sono scese in campo un numero indeterminato di squadre, ognuno con il suo pallone. L’arbitro si è trovato nell’impossibilità di regolamentare la gara.

Ma allora in questi casi, cosa bisogna fare? Certamente tutti ci auguriamo che una situazione simile non capiti più, ma in previsione di eventi di tale portata, occorre ricordare che proprio il 7 luglio scorso la Conferenza Stato-Regioni ha sancito l’intesa sul “Piano strategico nazionale per il supporto trasfusionale nelle maxi emergenze”, come previsto dalla Legge 5 giugno 2003, n. 131.

L’obiettivo di questo piano è definire strategie e attività in grado di gestire attività assistenziali di medicina trasfusionale in caso di maxi-emergenza, coordinando efficacemente gli organismi istituzionali che sono deputati alla gestione degli eventi e la rete trasfusionale nazionale.

Come riporta una nota del Centro Nazionale Sangue, secondo quanto stabilito al verificarsi di un evento simile, è il CNS a dover definire “con la Regione direttamente coinvolta le necessità quali-quantitative di emocomponenti e, se necessario, coordinando il trasferimento delle unità di sangue. E’ previsto inoltre che supporti le Strutture Regionali al fine di incrementare, tramite azione sinergica con le Associazioni dei volontari del sangue, l’attività di raccolta direttamente sul territorio interessato dall’evento”.

Ieri in Puglia, attraverso la Bacheca nazionale per le Maxi-emergenze, è stata resa immediatamente disponibile una scorta di sangue sufficiente a far fronte all’emergenza della Regione proprio grazie alla pronta risposta di tutte le Regioni, anche se le necessità di sangue sono state soddisfatte grazie al gesto generoso e alla disponibilità dei donatori volontari della Regione Puglia che si sono recati numerosissimi presso le Strutture Trasfusionali per effettuare la donazione. Insomma in campo sono scesi un po’ tutti, e certamente non si possono non ringraziare quanti lo hanno fatto, ma il problema è che l’arbitro avrebbe preferito programmare l’intervento dei donatori secondo le effettive necessità, per non trovarsi in questi giorni le frigoemoteche piene e magari il mese prossimo a non poter fronteggiare le richieste ordinarie.

Blog2In questo periodo estivo si registrano carenze in numerose regioni d’Italia, per questo i donatori devono ricordare che al di là degli eventi drammatici, le necessità ordinarie non riescono ad essere soddisfatte. Certo, andare a donare seguendo l’onda emotiva è diverso da farlo quando l’Associazione o il Servizio trasfusionale chiamano perché le scorte scarseggiano e ci sono interventi chirurgici da rimandare o talassemici che non possono essere trasfusi.

Per questo ancora una volta, e non ci stancheremo di farlo, il Centro Nazionale Sangue, insieme a FIDAS e alle altre associazioni di volontari italiani del sangue invitano i donatori “a programmare la propria donazione contattando l’associazione e/o il servizio trasfusionale di riferimento in modo da impedire eccedenze o carenze di emocomponenti. La ˂chiamata del donatore˃ è infatti un utile e importante strumento di programmazione e fidelizzazione che permette di regolare l’afflusso dei donatori per giornata, per settimana e per mese consentendo di soddisfare i fabbisogni ordinari di emocomponenti a supporto di tutta l’attività assistenziale erogata per i cittadini, anche mediante il loro razionale e appropriato utilizzo, e di costituire e mantenere le scorte strategiche destinate alla gestione dei fabbisogni trasfusionali straordinari in caso di emergenze”.

E in questo modo l’arbitro potrà fare bene il suo lavoro.

 

Cristiano Lena, donatore di sangue e Responsabile Comunicazione FIDAS Nazionale

3 pensieri su “Una bella gara di solidarietà, ma abbiamo dimenticato l’arbitro

  1. Ottimo articolo,i donatori sono sempre presenti quando vengono a conoscenza di eventi particolari. Questo articolo dovrà essere da stimolo verso chi non dono o non lo fa periodicamente ma principalmente il dono dovrà essere disciplinato

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